Atti Apocrifi

Il genere "Atti" si applica ai testi relativi a personaggi del Nuovo Testamento che non siano Gesù (per tali testi si usa la dicitura "Vangeli"). Gli Atti degli Apostoli, testo canonico cioè incluso nella Bibbia cristiana, si riferisce principalmente agli apostoli Pietro e Paolo. Anche la maggior parte degli atti apocrifi si riferisce ad apostoli, col pio intento di fornire ai credenti resoconti sulla loro predicazione e morte, dati altrimenti ignoti per il silenzio dei testi canonici del Nuovo Testamento.Dato l'avanzato periodo di composizione e lo stile spesso eccessivamente favolistico i vari atti apocrifi non possono essere considerati fedeli resoconti storici, sebbene non si possa escludere una ripresa di precedenti tradizioni orali.

 

Atti di Andrea

Gli Atti di Andrea sono un testo cristiano in greco composto tra il 150 e il 200, che narrano le gesta e la predicazione di Andrea apostolo. Andato perduto nella sua integrità se ne sono conservati solo frammenti in greco e un riassunto di Gregorio di Tours in latino (Liber miraculorum beati Andrea apostoli) del VI secolo.Alla fine del IV secolo non rientrò nel canone biblico e pertanto, dal punto di vista religioso, sono considerati un apocrifo del Nuovo Testamento.
Il testo descrive predicazione e miracoli dell'apostolo in Acaia (Grecia). Andrea convince Maximilla, sposa del governatore romano dell'Acaia Aegates, a vivere in continenza. Imprigionato e condannato, Andrea è crocifisso a Patrasso e per tre giorni e tre notti predica al popolo. Dopo la morte dell'apostolo Aegates sconvolto dal rimorso si suicida.Eusebio afferma che fossero apocrifi. Secondo la testimonianza di Epifanio di Salamina (IV secolo), gli Atti erano utilizzati da Encratiti, Apostolici e Origenisti. Successivamente e fino al IX secolo si diffusero in tutto il mondo cristiano, dall'Africa e dal Vicino Oriente, fino all'Asia Minore, alla Grecia, all'Italia e alla Spagna; riscossero particolare successo tra i gruppi cristiani che avevano a cuore le tematiche del dualismo e dell'ascetismo, come Manichei e Priscillianisti.Sebbene fosse condannato dal Decretum Gelasianum, gli Atti di Andrea continuarono a riscuotere successo, sebbene circolassero sempre più sotto forma epitomata o incompleta, in Occidente fino al VI secolo, in Oriente fino al IX secolo.
La composizione degli Atti di Andrea è collocata dagli studiosi tra il 150 e il 200, con una preferenza per la prima data. Il Salterio manicheo contiene riferimenti ad eventi narrati negli Atti, per cui la composizione di questi ultimi non può essere successiva al III secolo, ma diverse caratteristiche del testo fanno propendere per la metà del II secolo: la sua cristologia peculiare, che è eterodossa senza segni di alcuna polemica; la mancanza di menzioni del Gesù biblico e di quello storico; la distanza dalle strutture ecclesiastiche entrate in voga successivamente.Per genere letterario, teologia, struttura e periodo Lo scrittore del IX secolo Fozio identifica (Codex 114) l'autore in un certo Leucio Carino discepolo dell'apostolo Giovanni, che avrebbe composto anche altri atti apocrifi, compresi nel cosiddetto "ciclo leuciano": Atti di Pietro, Atti di Giovanni, Atti di Andrea, Atti di Tommaso, e Atti di Paolo.di composizione, gli Atti di Andrea sono vicini agli Atti di Giovanni.

Capitolo 29 degli Atti degli Apostoli

Il Capitolo 29 degli Atti degli Apostoli o Manoscritto Sonnini è un breve testo che si presenta come conclusione del testo canonico. Dagli studiosi contemporanei è considerato come apocrifo.Il testo fu pubblicato a Londra nel 1871. L'editore ne indicò la provenienza nel naturalista francese Sonnini de Manoncourt (1751-1812) che a sua volta avrebbe trovato il manoscritto greco presso gli archivi di Costantinopoli. Del manoscritto però non si hanno tracce.Il testo descrive l'arrivo di Paolo in Bretagna dove predica alla comunità israelita presso l'attuale sito della Cattedrale di San Paolo a Londra.

Atti di Barnaba

Gli Atti di Barnaba sono un apocrifo del Nuovo Testamento relativo a Barnaba, scritto in greco nel V secolo. L'autore si identifica pseudoepigraficamente con Giovanni Marco, cioè l'evangelista Marco.Descrive predicazione e martirio in un rogo di Barnaba presso l'isola di Cipro.

Atti di Bartolomeo

Gli Atti di Bartolomeo o Martirio di Bartolomeo sono un apocrifo del Nuovo Testamento relativo a Bartolomeo, apostolo. È stato scritto in greco nel IV-V secolo, probabilmente in ambiente nestoriano.Descrive predicazione e martirio per decapitazione di Bartolomeo in India.Dato l'avanzato periodo di composizione l'apocrifo non può essere considerato un fedele resoconto storico, sebbene non si possa escludere una ripresa di precedenti tradizioni orali.

Atti di Santippe e Polissena

Gli Atti di Santippe e Polissena (e Rebecca) sono un apocrifo del Nuovo Testamento relativo a due cristiane iberiche altrimenti sconosciute. È stato scritto in greco nel III-IV secolo.Il testo è composto da due storie sostanzialmente autonome:cc. 1-21: a Roma un servo della iberica Santippe ascolta la predicazione di Paolo. Tornato in [Iberia ne informa la padrona che comincia una vita di digiuni, preghiere e celibato. Paolo è miracolosamente condotto da Santippe. Il marito è contrario alla nuova religione cristiana ma dopo un sogno rivelatorio si converte.cc. 22-42: Polissena, sorella minore di Santippe, intende battezzarsi ma viene rapita da un nemico del suo fidanzato e condotta verso Babilonia. L'apostolo Filippo, avvertito in sogno da Dio, salva Polissena in Grecia, combattendo con 30 compagni contro 8000 soldati del rapitore. Polissena però fugge, giunge nella tana di un leone e lo implora di non mangiarla. Il leone la scorta fuori dal bosco dove incontra accidentalmente l'apostolo Andrea che la battezza. Insieme liberano poi una ragazza giudea, Rebecca, e anch'essa si battezza. Andrea parte e le due donne vengono rapite da un prefetto romano. Rebecca riesce a fuggire ed esce di scena. Il figlio del prefetto, anch'egli cristiano, riesce a far fuggire Polissena. Viene ricatturata e messa nell'arena con una leonessa che però la risparmia. La città si converte in massa. Dopo altre peripezie Polissena riesce a tornare in Iberia dove incontra Paolo.Dato l'avanzato periodo di composizione e la prevalenza del genere fiabesco-leggendario l'apocrifo non può essere considerato un fedele resoconto storico, sebbene non si possa escludere una ripresa di precedenti tradizioni orali.

 

Atti di Filippo

Gli Atti di Filippo sono un apocrifo del Nuovo Testamento relativo a Filippo, apostolo, scritto in greco nel IV secolo. Presenta influenze encratite e gnostiche.È una raccolta eterogenea di vari 'atti' più il martirio. Per secoli ne sono stati disponibili manoscritti parziali. Nel 1974 ne è stato ritrovato un manoscritto completo dai francesi François Bovon e Bertrand Bouvier in un monastero del monte Athos, in Grecia.Descrive la predicazione di Filippo in Grecia, Frigia, Siria, Partia (attuale Iran) e il suo martirio per crocifissione a testa in giù a Gerapoli, in Frigia.

Atti di Giovanni

Gli Atti del santo apostolo ed evangelista Giovanni il teologo o brevemente Atti di Giovanni sono un apocrifo del Nuovo Testamento relativo a Giovanni apostolo, scritto in greco nella seconda metà del II secolo. Presenta influenze docetiste e gnostiche.La tradizione indica come autore un certo Leucio Carino, discepolo dell'apostolo Giovanni, che avrebbe composto anche altri Atti apocrifi, compresi nel cosiddetto "ciclo leuciano": Atti di Pietro, Giovanni, Andrea, Tommaso, Paolo.Il testo ci è pervenuto in una duplice versione. La versione più antica è più lunga ma ci è pervenuta priva della parte iniziale. descrive arrivo, predicazione e miracoli di Giovanni a Efeso, dopo aver lasciato la città di Mileto nella quale si era rifugiato per sfuggire alle persecuzioni dei giudei a Gerusalemme.Una versione più recente e più breve descrive l'incontro tra Giovanni e Domiziano, il suo esilio a Patmos, quindi il suo ritorno e morte a Efeso.Dato l'avanzato periodo di composizione e lo stile eccessivamente favolistico l'apocrifo non può essere considerato un fedele resoconto storico, sebbene non si possa escludere una ripresa di precedenti tradizioni orali.

Atti di Marco

Gli Atti di Marco sono un apocrifo del Nuovo Testamento relativo all'evangelista Marco, scritto nel IV o V secolo. Le versioni pervenuteci in arabo, copto, greco ed etiopico si basano probabilmente su un prototesto copto ora perduto.Descrive predicazione e miracoli dell'apostolo in Cirenaica e ad Alessandria d'Egitto e il suo martirio, trascinato da un carro per le strade della città.Dato l'avanzato periodo di composizione e lo stile eccessivamente favolistico l'apocrifo non può essere considerato un fedele resoconto storico, sebbene non si possa escludere una ripresa di precedenti tradizioni orali.

Atti di Matteo

Gli Atti di Matteo sono un apocrifo del Nuovo Testamento relativo a Matteo, apostolo ed evangelista, scritto in greco nel IV-V secolo. Alcuni manoscritti tardi sostituiscono a "Matteo" il nome di "Mattia", probabilmente per una confusione tra i nomi.Il testo descrive predicazione e miracoli di Matteo a Myrna.Dato l'avanzato periodo di composizione e lo stile eccessivamente favolistico l'apocrifo non può essere considerato un fedele resoconto storico, sebbene non si possa escludere una ripresa di precedenti tradizioni orali.