Vangeli apocrifi perduti

La Predicazione di Pietro o Annuncio di Pietro o Kerigma di Pietro

La Predicazione di Pietro o Annuncio di Pietro o Kerigma di Pietro è un vangelo gnostico con attribuzione pseudoepigrafa a Pietro apostolo. Datato al II secolo, scritto in greco, conteneva argomentazioni apologetiche a favore del cristianesimo nascente.Andato perduto, ne sono pervenute solo testimonianze indirette tramite alcuni Padri della Chiesa, in particolare Clemente di Alessandria.Non va confuso con un altro vangelo apocrifo, il Vangelo di Pietro.

Il vangelo di Andrea

Andrea Apostolo
Andrea Apostolo

Il Vangelo di Andrea è un vangelo apocrifo con attribuzione pseudoepigrafa all'apostolo Andrea.Andato perduto, ne sono pervenute solo testimonianze indirette tramite alcuni Padri della Chiesa. Forse coincide con l'apocrifo Atti di Andrea, risalente al II secolo.

Il Vangelo di Cerinto

Il Vangelo di Cerinto è un vangelo attribuito a Cerinto (inizio II secolo) in base ad una interpretazione della testimonianza di Epifanio di Salamina (Panarion adversus omnes haereres, 51.7.3); secondo gli Alogi, la cui opinione è riportata da Epifanio, sarebbe coincidente col Vangelo secondo Giovanni, in realtà composto da Cerinto.Altrove (28.5.1) Epifanio testimonia che il vangelo usato da Cerinto e da Carpocrate era lo stesso degli Ebioniti e quindi una versione del Vangelo secondo Matteo mancante del racconto della natività virginale

Il vangelo dei dodici Apostoli

Il Vangelo dei Dodici (apostoli) è un vangelo apocrifo dalla datazione incerta.Andato perduto, ne sono pervenute solo testimonianze indirette tramite alcuni Padri della Chiesa. Citato da Origene è stato identificato da Girolamo come il Vangelo degli Ebrei. Se esiste una certa tendenza nella comunità scientifica a ricondurli verso un unico vangelo, detto appunto vangelo degli Ebrei (ritenuto verosimilmente dai Padri della Chiesa come il vangelo originario di Matteo privo almeno della parte iniziale, la genealogia di Gesù), oggi esistono almeno due teorie differenti. La prima identifica nel vangelo degli Ebrei anche il cosiddetto vangelo dei Nazarei, e nel vangelo degli Ebioniti il cosiddetto vangelo dei Dodici. La seconda ipotesi parla solo di tre entità distinte: (vangelo degli Ebrei, vangelo dei Nazarei e vangelo degli Ebioniti.Secondo l'ipotesi circa la formazione dei vangeli canonici presentata da Philippe Rolland nel 1984, il Vangelo dei Dodici costituisce la più antica raccolta di materiale evangelico, composta prima dell'anno 36 (anno della forte persecuzione ad opera di Saulo). È presumibilmente scritto in lingua aramaica (la lingua parlata) o ebraica (la lingua liturgica e scolastica). Potrebbe aver compreso tutti quei testi che oggi compaiono nei tre vangeli sinottici.

Il Vangelo di Mani

Il Vangelo di Mani è un vangelo manicheo scritto in lingua persiana e attribuito a Mani (III secolo).Andato quasi completamente perduto, ne è pervenuto un frammento e testimonianze indirette tramite alcuni Padri della Chiesa. Il testo era suddiviso in 22 parti, una per ogni lettera dell'alfabeto aramaico. Si è conservato solo l'incipit dell'opera, cioè la prima parte corrispondente alla sezione Alef. Se ne conserva una copia nella Chester Beatty Library di Dublino. (Irlanda)

Il Vangelo di Marcione

 

Il Vangelo di Marcione, o Vangelo del Signore, fu un vangelo utilizzato dal predicatore Marcione (II secolo). Di esso rimangono cinque degli originali ventuno capitoli, citati da Tertulliano (autore di un'opera volta a confutare Marcione, Adversus Marcionem) ed Epifanio di Salamina.Secondo la maggioranza degli studiosi, si trattava di una rielaborazione del Vangelo secondo Luca, dal quale Marcione aveva rimosso tutte le parti non compatibili col proprio insegnamento e che riteneva fossero interpolazioni successive.L'importanza di tale vangelo deriva dal fatto che Marcione lo incluse nella propria collezione di opere "ispirate", il primo canone biblico del Nuovo Testamento.

Il Vangelo segreto di Marco

Il Vangelo segreto di Marco è il nome di un presunto vangelo apocrifo cristiano menzionato nella Lettera di Mar Saba, una lettera attribuita a Clemente di Alessandria (150 circa – 215 circa), che Morton Smith affermava di aver scoperto nel monastero di Mar Saba nel 1958. Il vangelo è noto solo attraverso questa lettera, che contiene due passaggi che sarebbero stati estratti dal testo evangelico. Il Vangelo segreto di Marco è descritto come una versione del Vangelo secondo Marco contenente ulteriori episodi della vita di Gesù, indirizzata a una cerchia ristretta e selezionata di credenti.Smith affermava di aver scoperto la Lettera di Mar Saba inserita all'interno di un'edizione a stampa del 1646 delle opere di Ignazio di Antiochia. La scoperta destò molto interesse, ma presto Smith venne accusato di aver falsificato la lettera, anche perché nessun altro vide l'originale; Smith presentò solo delle fotografie che asseriva di aver fatto. Di conseguenza, tutti gli studi iniziali sul documento si dovettero basare sulle copie che erano state presentate dallo stesso Smith, fin quando, nel 1976, il documento fu ritrovato e ri-fotografato da altri studiosi. La situazione si complicò ulteriormente quando la lettera venne separata dal manoscritto e trasferita in un altro monastero, e l'accesso ad essa fu limitato.Gli studiosi hanno espresso posizioni differenti sull'autenticità della lettera e del vangelo in essa contenuto.

Storia del Vangelo Segreto

Nella Lettera di Mar Saba il Vangelo segreto di Marco è descritto come una seconda versione, «più spirituale», del Vangelo secondo Marco composto dallo stesso Marco evangelista. Il suo scopo sarebbe stato quello di incoraggiare la conoscenza (gnosi) tra i cristiani di livello più avanzato, e si dice che fosse in uso nelle liturgie di Alessandria d'Egitto.[1]La lettera conteneva due estratti del Vangelo segreto. Secondo Clemente il primo era inserito tra i versetti 34 e 35 del capitolo 10 del Vangelo secondo Marco:« Ed essi giunsero a Betania. E una certa donna, il cui fratello era morto, era lì. E, giungendo, si prostrò dinanzi a Gesù e disse, «Figlio di Davide, abbi pietà di me». Ma i discepoli la rimproverarono. E Gesù, adirato, si recò con lei nel giardino dove c'era la tomba, e immediatamente si sentì un forte urlo dalla tomba. E avvicinatosi Gesù rotolò via la pietra dalla porta della tomba. E subito, recatosi dove era il giovane, allungò la sua mano e lo sollevò, prendendo la sua mano. Ma il giovane, guardandolo, lo amò e iniziò a supplicarlo di tenerlo con sé. E usciti dalla tomba giunsero alla casa del giovane, poiché egli era ricco. E dopo sei giorni Gesù gli disse cosa fare e a sera il giovane andò da lui, indossando un panno di lino sul corpo nudo. E rimase con lui quella notte, in quanto Gesù gli insegnò il mistero del regno di Dio. E perciò, sollevatosi, ritornò dall'altro lato del Giordano. »Il secondo estratto è molto breve e va inserito, secondo Clemente, in Marco 10,46:« E la sorella del giovane che Gesù amava e sua madre e Salome erano lì, e Gesù non le ricevette. »Clemente sostiene che i due estratti del Vangelo segreto di Marco siano autentici, ma rigetta come un'interpolazione carpocraziana le parole «uomo nudo con uomo nudo».Poco dopo il secondo brano, mentre Clemente si accinge a spiegare i brani, la lettera si interrompe; nell'ultima frase, Clemente afferma: «Ma molte altre cose di cui tu scrivi sembrano e sono falsificazioni».Questi due estratti costituiscono l'intero materiale conservato del Vangelo segreto di Marco. Nessun'altra copia del testo è nota.

Nel 1958 Morton Smith dichiarò di aver scoperto, nel monastero di Mar Saba presso Gerusalemme, una lettera di Clemente di Alessandria, poi nota col nome di lettera di Mar Saba; Smith fotografò il testo, contenuto in tre pagine alla fine di una edizione del XVII secolo degli scritti di Ignazio di Antiochia, e rimise nella libreria del monastero il volume, che andò poi perduto.Nella lettera, precedentemente ignota, si trovavano alcuni passaggi riferiti al "Vangelo segreto di Marco". Clemente, infatti, indirizzava questa lettera al proprio discepolo Teodoro riguardo ad una controversia con i Carpocraziani, i quali usavano una loro versione del Vangelo secondo Marco; Clemente confermava l'esistenza di un tale "Vangelo segreto di Marco", ma affermava che la versione corretta era quella in suo possesso, non quella dei Carpocraziani. Clemente cita nella lettera tale vangelo per confermare che Gesù iniziava i suoi sostenitori maschi nei "misteri del Regno dei Cieli", ma ribadiva che tale vangelo non parlava di "maschio nudo con maschio nudo".Morton Smith pubblicò i suoi risultati nel 1973, in due diversi libri, uno destinato agli studiosi, Clement of Alexandria and a Secret Gospel of Mark, l'altro, invece, con lo scopo di informare il pubblico del contenuto di questo vangelo, e intitolato The Secret Gospel.

 

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