I vangeli Canonici di Gesù

I Quattro Evangelisti
I Quattro Evangelisti

Dei numerosi vangeli scritti nell'antichità, solo quattro sono entrati a far parte del canone della Bibbia, dell'elenco, cioè, dei libri considerati "ispirati" da Dio e accettati dalle Chiese cristiane moderne: il Vangelo secondo Matteo, il Vangelo secondo Marco, il Vangelo secondo Luca e il Vangelo secondo Giovanni.Il primo a formare un canone del Nuovo Testamento fu il teologo Marcione, attorno al 140. Marcione, che riteneva che il Dio degli ebrei non fosse lo stesso Dio dei cristiani, formò un proprio canone composto dal "Vangelo di Marcione", una rielaborazione del Vangelo secondo Luca dal quale Marcione aveva rimosso tutte le parti non compatibili con il proprio insegnamento e che riteneva fossero interpolazioni successive[11] da alcune lettere di Paolo. Tra le parti del Vangelo di Luca che Marcione aveva escluso, vi erano anche i primi due capitoli, che contengono tra le altre cose la dichiarazione dell'esistenza di resoconti precedenti ed alcuni riferimenti al regno ebraico.Ad insistere che i vangeli dovessero essere quattro fu Ireneo di Lione, un teologo del II secolo, il quale affermò che come vi erano quattro angoli della terra e quattro venti, così non potevano esserci più di quattro o meno di quattro vangeli;[12] ancora al II secolo risale il Canone muratoriano, il quale elenca i quattro vangeli poi inseriti nel canone cristiano. In particolare, il Canone muratoriano è un documento ecclesiale datato intorno al 170 e pervenutoci tramite un manoscritto incompleto dell'VIII secolo, in cui vengono citati come canonici i vangeli di Luca e Giovanni, oltre ad altri due di cui non sono più leggibili i nomi.Riferimenti ai vangeli e citazioni di loro passi sono presenti fin dalla prima letteratura cristiana: notizie sui vangeli di Marco e Matteo si hanno ad esempio verso il 120, quando Papia di Ierapoli, secondo quanto ritrovato nella Storia ecclesiastica di Eusebio di Cesarea, riferisce che "Marco, divenuto interprete di Pietro, scrisse accuratamente, ma non in ordine, tutto ciò che ricordava delle cose dette o fatte dal Signore" e cita inoltre la presenza di una raccolta di detti di Gesù scritti in lingua ebraica da Matteo. Oltre che in Marcione (140), citazioni dal vangelo di Luca sono inoltre presenti negli scritti, datati 150-160, di Giustino di Nablus, che riporta anche detti di Matteo e al termine vangelo preferisce l'espressione memorie degli apostoli.La formazione definitiva del canone cristiano della Bibbia fu però un processo lungo, che avvenne nel corso del IV secolo: a seguito dei risultati del concilio di Roma (382), del sinodo di Ippona (393) e dei sinodi di Cartagine (397 e 419), papa Innocenzo I riconobbe i quattro vangeli nominati dal Muratoriano come canonici. Per avere prese di posizione ufficiali e dogmatiche sul canone biblico (che per tutte le principali confessioni cristiane comprenderà sia i quattro Vangeli canonici che gli Atti degli Apostoli) occorrerà tuttavia attendere gli effetti della riforma protestante e della successiva controriforma: per i cattolici il 1456, con il concilio di Trento, i Trentanove articoli di religione del 1562 per la Chiesa anglicana, la confessione di fede di Westminster, sviluppata negli anni '40 del XVII secolo per il Calvinismo e il sinodo di Gerusalemme del 1672 per la chiesa ortodossa greca.

La storia dei Vangeli Canonici

I cristiani affermano che i quattro vangeli canonici e gli altri scritti del Nuovo Testamento sono ispirati da Dio e raccontano fedelmente la vita e l'insegnamento di Gesù; anche i miracoli riportati dai vangeli sarebbero, sempre secondo i cristiani, realmente avvenuti nonché l'evento della resurrezione di Gesù. Alcuni autori, invece, interpretano gli eventi soprannaturali narrati dai vangeli come racconti mitici elaborati dalle prime comunità cristiane.È tuttora materia di discussione fra gli storici quali siano state, tra le parole che i vangeli attribuiscono a Gesù, quelle effettivamente da lui pronunciate. Generalmente sono accettate come storiche le parole presenti in vangeli che siano stati redatti sulla base di documenti indipendenti, come ad esempio il Vangelo secondo GiovanniUna parte della critica rifiuta in blocco il valore storico dei vangeli, affermando che essi sono documenti "di parte" e quindi non attendibili, benché alcuni vangeli presentino riferimenti storici riportati anche da fonti indipendenti (come gli Annali di Tacito, la vita di Gesù di Giuseppe Flavio, le epistole di Plinio il Giovane all'imperatore Traiano, il De Vita Caesarum di Svetonio, l'orazione contro i cristiani di Marco Cornelio Frontone e altri) e fatti coerenti con la Palestina del I secolo.